Berberis vulgaris L.
Fam. Berberidaceae
DESCRIZIONE
E’ un arbusto ramoso alto da 1 a 3 metri. Le foglie sono obovate, seghettate . I rami con spine riunite a gruppi di tre, sono giallastri, a volte rossicci. Le foglie sono riunite in ciuffetti, hanno forma ovoidale e margine dentato-spinoso, lucide superiormente, più chiare inferiormente. Fiori piccoli gialli, fioriscono da maggio a giugno.
I frutti sono bacche fusiformi color rosso corallo a maturazione. Sapore gradevole, leggermente acidulo.
HABITAT
Vegeta su pendii aridi, pinete, limitare dei boschi decidui ad altitudini non superiori ai 1900 m.
DISTRIBUZIONE PROVINCIALE
Nel Piacentino è rarissimo, quasi completamente scomparso, eliminato anni fa dai contadini perché ospita “la ruggine del frumento”, fungo parassita dannoso alle colture.
Viene coltivato nei giardini e nei parchi.
NOTE
Il nome del genere “Berberis” deriva dal sanscrito "varvarata" ruvidezza.
Con le bacche rinfrescanti si preparano marmellate, gelatine, sciroppi, canditi.
Hanno azione diuretica, leggermente lassativa, emostatica e tonica. Poiché provoca la motilità della milza è consigliato nella cura della malaria.
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