martedì 11 dicembre 2012

venerdì 26 ottobre 2012

LATTE DI GALLINA GIALLO - Ornithogalum pyrenaicum

Fot. Mezzano Scotti – giugno 1989
Ornithogalum  pyrenaicum L.
Fam. Liliaceae

DESCRIZIONE
E’ una pianta erbacea con bulbo allungato. Il fusto, glabro è alto da 30 a 80 cm. Le foglie sono lineari, scanalate; appassiscono alla fioritura. I fiori, bianco giallini, sono disposti su un lungo racemo piramidale.
Fiorisce da maggio a luglio

HABITAT
Preferisce boscaglie aride, cespuglietti, boschi xerofili.
E’ presente in tutto il territorio italiano

DISTRIBUZIONE PROVINCIALE
Specie piuttosto rara, si trova sporadicamente nei luoghi incolti ed aridi della nostra provincia, dalla collina alla media montagna

NOTE
Il nome del genere “Ornithogalum” deriva dal greco dal greco "órnis" uccello e "gála" latte.

COLCHICO MINORE-C. ALPINO - Colchicum alpinum

Fot. Sentiero Lago Bino – agosto 1997
Colchicum alpinum Lam. Et DC.
Fam. Liliaceae

DESCRIZIONE
Il “Colchicum alpinum” è simile al “ Colchicum autunnale”, ma più piccolo, alto 6-12 cm.  I fiori sono a forma di calice, in genere solitari, hanno un perigonio formato da un tubo di 10 - 12 cm con tepali lanceolati, ellittici rosei e stami ed antere di colore giallo. Lo stimma è globoso, a "capocchia di spillo".
I fiori si  aprono in autunno, quando la pianta manca di foglie.
 Fiorisce da agosto ad ottobre.
HABITAT
Vive nei prati aridi dal piano a 1800 m.
E’ frequente sulle Alpi, mentre sugli Appennini è molto localizzato.

DISTRIBUZIONE PROVINCIALE
Specie rara, ma localizzata in colonie con numerosi esemplari.
E’ presente sul nostro Appennino, specie in alta Val Nure

NOTE
Il nome del genere “Colchicum” deriva dal greco "Kolchis, idos" Colchide, antica regione del mar Nero corrispondente dell’odierna Georgia russa, dove la pianta era abbondante secondo Dioscoride.
Pianta velenosa e medicinale.

mercoledì 24 ottobre 2012

ASFODELO MONTANO - Asphodelus albus

Fot. m. Alfeo – Ottone – giugno 1993
Asphodelus albus Miller
Fam. Liliaceae

DESCRIZIONE
I fusti robusti, alti 50-150 cm, raramente ramificati, portano grosse spighe con fiori bianchi o sfumati di rosa larghi fino a due cm, strettamente addensati. I 6  sepali bianchi con nervatura mediana di color verde sono slargati a forma di stella. I fiori hanno brattee scure.
Le foglie basali sono lunghe, scanalate, formano cespi. Le radici sono tuberose.
Fiorisce da maggio a luglio.
HABITAT
Cresce su prati, pendii rocciosi, radure di bosco ,prati, pascoli
E’ spesso indice di degradazione del terreno a causa di disboscamenti e di successivo asporto dell’humus dovuto alle piogge dilavanti. Gli Asfodeli sono distribuiti lungo la fascia mediterranea.

DISTRIBUZIONE PROVINCIALE
Specie non comune nella nostra provincia, ma presente nei pascoli d’alta montagna.
NOTE
Il nome del genere “Asphodelus” deriva
Gli asfodeli erano venerati dagli antichi Greci come le piante degli Inferi e di conseguenza sacri a Demetra sposa di Plutone. Porfirio racconta che questi fiori erano cibo dei morti che si nutrivano delle loro radici, per questo nell’antichità lo piantavano sui sepolcri.
 Omero nell’Odissea ci parla di prati “vestiti di asfodelo” nella parte dell’Ade riservata agli Eroi.


GIUNCASTRELLO ALPINO - Triglochin palustre

Fot. Lago Moo -  settembre 1995
Triglochin palustre L
Fam. Juncaginaceae

DESCRIZIONE
Pianta erbacea perenne, il fusto è semplice, ingrossato alla base superiormente cilindrico, alto da 15 a 40 cm , ed emette un odore gradevole aromatico .
Le foglie sono lineari, arrotondate sul lato inferiore, profondamente scanalato nella parte superiore.
I fiori sono, brevemente peduncolati, riuniti in una lunga spiga terminale.  I frutti sono a forma di clava.
Fiorisce da luglio ad agosto.

 HABITAT
Vive nelle paludi, su pascoli e prati umidi delle Alpi. Diventato raro nella Pianura  Padana.

DISTRIBUZIONE PROVINCIALE
Rara nella nostra provincia, è stata localizzata negli ambienti umidi del medio e alto Appennino.

NOTE
Il nome generico”Triglochin” deriva dal greco "tris τρις" tre e "glochin " punta, angolo: con tre punte o angoli.


MORSO DIRANA - Hydrocharis morsus-ranae

Fot. Nure Vecchio – luglio 1986
Hydrocharis morsus-ranae L.
Fam. Hydrocharitaceae

DESCRIZIONE
È una pianta acquatica dioica provvista di radici galleggianti completamente sommersi.   Le foglie, reniformi, carnose, sono sorrette da lunghi piccioli. La pagina inferiore è spesso color porpora. I fiori sono formati da tre sepali e tre petali bianchi con stami centrali gialli.
Fiorisce nella tarda primavera

HABITAT
Vive nelle acque ferme o a lento corso, degli stagni dei fossi, dei meandri con acque calme, ricche di sostanze nutritizie.
E’presente nelle acque lente e stagnanti dell’Italia Settentrionale

DISTRIBUZIONE PROVINCIALE
Questa pianta acquatica, piuttosto rara nel Piacentino, è localizzata lungo le acque lente dei meandri del Po, alla foce dei suoi affluenti e nelle lanche. (Oasi de Pinedo, foce dl Nure e Vecchio Nure, Foce de Riello, lanche e stagni lungo il Po)

NOTE
Il nome del genere “Hydrocharis” deriva dal greco "hydor" acqua e "charis" ornamento: pianta in grado di ornare e abbellire le acque. 
Recentemente è progressivamente diventata specie rara,  come altre piante acquatiche, a causa delle bonifiche, della regolazione delle acque e  dello spargimento di antiparassitari

SAGITTARIA AMERICANA - Sagittaria latifolia

Fot. S. Nazzaro – ottobre 1994
Sagittaria latifolia Wild
Fam. Alismataceae

DESCRIZIONE
Pianta acquatica perenne originaria del nord America.  Produce tuberi bianchi o bluastri, delle dimensioni di un uovo, commestibili, da cui si dipartono lunghi fusti sottili e carnosi, di sezione quadrata o triangolare, che portano foglie a forma di punta di freccia e possono crescere fino a 100-150 cm. I fiori si sviluppano riuniti in infiorescenze e sono composto da tre petali bianchi e tre sepali di colore verde; questa pianta ha la caratteristica di presentare fiori maschi e femminili sullo stesso fusto,HABITAT
La sagittaria latifolia vive e cresce sulle rive di specchi d’acqua, stagni o laghetti, dove l’acqua sia profonda al massimo un metro.
Pianta di origine americana, ma naturalizzata nel nord Italia (presso Varese)
DISTRIBUZIONE PROVINCIALE
Questa specie è stata individuata la prima volta sulle sponde del Po a S. Nazzaro, forse  è scomparsa.
NOTE
La “Sagittaria latifolia” produce dei tuberi di cui si cibano soprattutto le popolazioni del nord America e dell’Asia orientale